Essere bilingue: una marcia in più…anche in terza età

Essere bilingue fa bene alla salute del cervello non solo dei bambini, ma anche degli anziani. Leggo questo pezzo di Jared Diamond, scienziato dell’Università della California che parla ben 12 lingue, che alla BBC fa un riepilogo degli ultimi studi internazionali.

Lo studioso ricorda che parlare due lingue offre un vantaggio straordinario in termini di riconoscimento delle diversità e di abilità nell’essere multi-tasking, e secondo uno studio canadese negli anziani questi benefici si traducono addirittura in una riduzione del rischio di ammalarsi di Alzheimer.

In che modo? Secondo i risultati di questa ricerca gli anziani bilingue si ammalano di demenza con cinque anni di ritardo rispetto a quelli che parlano una sola lingua e, siccome in Canada l’età media è di 79 anni e l’Alzheimer colpisce dopo i settant’anni, questo gap permetterebbe ai bilingue di vivere senza demenze per tutta la vita.

Diamond ricorda anche uno studio condotto a Trieste da Ágnes Melinda Kovács and Jacques Mehler che conferma come i bambini bilingue abbiano una migliore abilità cognitiva e una maggiore elasticità: normalmente noi prestiamo attenzione solo all’1% dei suoni e cataloghiamo tutto il resto come semplici “rumori”, al contrario i piccoli bilingue sono più allenati a saper riconoscere i diversi suoni e ad inserirli in un preciso contesto.