Al cinema, a Parigi, sul finire degli anni ottanta del Novecento

Sono sempre più convinto che dovremmo eliminare, per legge, una pratica dannosa per i nostri figli ed in uso da sempre: il doppiaggio dei film inglesi. Sono diventato drastico ed inflessibile molti anni fa, quando, a Parigi con mia moglie, ho deciso di andare al cinema a vedere il primo Batman. Mi avevano sempre raccontato che i francesi avevano un rapporto travagliato con la lingua d’oltremanica e invece quelle immagini scorrevano magnificamente, con un ritmo superbo, con discreti sottotitoli in francese. Ebbi la gioia di udire la vera voce di Michael Keaton, di Kim Basinger e, soprattutto, dell’insuperabile Jack Nicholson! Sembrava di stare a teatro.

Nel trovare un nuovo rapporto con il cinema e le sue capacità espressive, indubbiamente migliorate, scoprivo che i francesi riservavano lo stesso trattamento a tutti i film, di qualunque nazionalità.

Sebbene poi, per strada, alla verifica della diffusione della lingua, mi fosse dato di scoprire che potevo comunicare meglio, in inglese, con un egiziano che con un provenzale, cominciai a desiderare film in lingua originale.

Sono trascorsi decenni da quella sera e purtroppo, ancora oggi, in Italia i film vengono costantemente resi nella nostra lingua, non solo con una perdita sul piano esressivo ma con una possibilità in meno, per i nostri figli, di ascoltare ripetutamente i suoni e di collegarvi dei significati in rapporto all’azione.

Chi pensa che dovremmo farci promotori di una mutazione culturale per unire divertimento a didattica?

In assenza di commenti, proietterò un cartone animato dei primi del Novecento in lingua araba e sottotitoli in caratteri cirillici.

Immagine: mymovies.it