Dalla musica alla seconda lingua

Scrivevo per lavoro dei benefici della musica e mentre cercavo fonti e ricerche interessanti spunti questa della Northwestern University che illustra la similitudine tra il senso del ritmo, e l’istinto musicale, e la maggiore capacità di parlare una lingua diversa da quella materna.

La studiosa Nina Kraus ha scoperto che i musicisti non solo hanno una cervello davvero elastico e capace di fare cose molto complesse come selezionare quali sono le cose prioritarie, suonare, andare al passo con gli altri musicisti, mantenere il ritmo. Tutto nello stesso identico momento. Ma sono anche maggiormente capaci di imparare facilmente una seconda lingua e di pronunciarla correttamente. Il merito è proprio dell’istinto musicale, che non è per forza innato, si può apprendere, proprio come l’inglese.

Ad esempio il metodo Gordon ha una approccio del tutto simile a quello di Helen Doron: destinato ai bambini da zero a sei anni promuove  l’amore per la musica attraverso il gioco e l’ascolto.

Niente teoria, solo gioco.