bambino bilingue

Il bambino bilingue in alcuni casi ha difficoltà ad esprimersi nella seconda lingua.

Il ritardo di linguaggio, che solitamente interessa soltanto il versante espressivo, non costituisce una diagnosi e spesso risulta essere solamente una fase transitoria.

Ecco perché i genitori non dovrebbero preoccuparsi o allarmarsi troppo.

Le ricerche stimano che il 10-20% dei bambini di età inferiore ai 3 anni presenta un ritardo nello sviluppo linguistico. Di questi soltanto una minima parte riceverà una vera e propria diagnosi di disturbo di linguaggio.

Quando si identifica un bambino come parlatore tardivo?

Per identificare un bambino come parlatore tardivo è necessario che siano soddisfatti questi criteri:

  • mancata comparsa della lallazione entro il primo anno di vita,
  • vocabolario espressivo inferiore alle 50 parole a 24 mesi,
  • nessuna combinazione di parole tra i 24 e i 30 mesi.

Bambino bilingue come favorire il linguaggio

Il bilinguismo è un processo naturale che si verifica quando un bambino è esposto a diversi stimoli linguistici, fin dalle prime settimane di vita.

Ogni bambino reagisce all’ambiente circostante in modo diverso ed è bene aspettare che l’apprendimento faccia il suo corso naturale, senza obblighi o costrizioni.

Non è un caso che dagli 0 ai 3 anni si parli di capacità innata di acquisizione delle lingue, con riferimento alle funzioni cognitive.

Le connessioni neuronali supportano i più piccoli nell’assimilazione di suoni e parole, un’abilità fondamentale per gestire le lingue in modo autonomo.

Creare le giuste condizioni

Offrire input validi può favorire l’interazione nella seconda lingua.

Molto spesso, i genitori credono che troppi stimoli possano generare confusione, soprattutto nei più piccoli.

Il bilinguismo non inibisce la capacità di assimilazione da parte dei bambini.

Diversi studi hanno dimostrato che avviene il contrario. Un ambiente ricco di impulsi, sotto forma di suoni e parole diverse, offre molti vantaggi cognitivi.

I bambini esposti a più stimoli sviluppano un’attenzione selettiva, fondamentale per spostare l’interesse tra più elementi, mantenendo alti i livelli di concentrazione.

Un miglior controllo cognitivo porterà, nel tempo, a ridurre gli effetti negativi delle interferenze linguistiche sulla concentrazione.

Sottoporre i più piccoli a diversi stimoli non li confonderà, quindi.

Ecco perché è consigliato arricchire il contesto di elementi sempre diversi, per offrire occasioni utili di interazione, senza rendere le attività scontate.

Quindi si a tutte quelle attività legate al gioco e al divertimento: dal corso di inglese, ai video sino ai giochi nella seconda lingua.