Corso di inglese o allenamento fisico?

Il nano si scatena alla grande quando andiamo a fare la lezione di inglese. Al di là del fatto che comincio a sospettare che abbia un debole per Simona, la sua – effettivamente molto carina – insegnante – perché non fa che salutarla prima di andare a nanna e per tutta la settimana ogni tanto mi chiede di lei, mi diverte molto vederlo all’opera durante la lezione.

Ammetto che a volte diventa difficilmente gestibile. Corre come un matto in tondo per la stanza, si butta addosso a Simona (appunto!), balla anche quando non c’è la musica e si contende i giochi e gli oggetti con gli altri bambini.

Riflettevo, però, sul fatto che nei mesi invernali l’attività fisica per questi bambini sarà davvero limitata, forse, a qualche giretto al parco in una domenica di sole, e che, nonostante dalle nostre parti il tempo sia spesso bello e andiamo sulla spiaggia a fare castelli e corse anche nelle belle giornate invernali, il rischio sedentarietà è proprio dietro l’angolo.

In questo senso le attività che si svolgono durante l’ora di inglese mi hanno sorpreso in positivo. L’ho già detto tante volte: non si tratta di una lezione frontale, con banchetti e sedioline, si balla, si salta, si corre e si gioca e, alla fine, i bambini abbastanza stremati, si mettono a colorare su un morbido tappeto.

Insomma, non solo un corso di inglese, ma anche un po’ di palestra.